La chiesa dei SS. Giacomo e Filippo
La chiesa dei SS. Giacomo e Filippo fu eretta, si presume, nella seconda metà del sec. XIII poiché dal suo aspetto morfologico, dai particolari costruttivi, nel suo spirito è sostanzialmente conforme alla Cattedrale di Albenga che si stima venne costruita tra il 1255 e il 1289. La chiesa seguì, nei tempi, le fortune e le disgrazie del castello in cui era espressione e ne seguì pure la rovina. Nel 1936 la chiesa fu riportata al culto.
Le opere eseguite per riaprire al culto la chiesa, furono nel 1836, la copertura a volta delle navate che ivi appaiono scoperchiate e l’utilizzo come campanile della antica torre, opportunamente restaurata ed unita all’edificio religioso a mezzo di un corpo di collegamento sorpassante la strada esistente tra i due edifici. Nel 1883 D’Andrade, nel suo lavoro di documentazione dei monumenti liguri, inizio, probabilmente lo studio per riportarla alle sue forme originali. I lavori di restauro ebbero inizio il 1 gennaio del 1903 come risulta da una relazione di De Marchi esistente presso la Sovrintendenza ai monumenti liguri per la Liguria.
Il restauro fu completato con il rifacimento della copertura in legno, con lo scrostamento degli intonaci eseguiti in tempi posteriori, con il collocamento in opera dei fusti e dei capitelli mancanti alle colonnine del protiro. La sistemazione della grande apertura della facciata e la demolizione del corpo di collegamento ottocentesco con la torre furono effettuate nel 1936.
Un’ ulteriore opera di completa manutenzione della chiesa, infine, venne eseguita nel 1964 a cura dell’Istituto di Studi liguri, anche con il restauro della vicina torre campanaria.
La chiesa è un edificio costruito con conci regolari di pietra di Capo Mele, lisci e sovrapposti in corsi regolari con sottilissimi giunti, lavorati con estrema abilità dalla stessa famiglia di scalpellini che, qualche tempo prima, aveva elevato l’altra a massiccia torre a guardi delle mura e della porta settentrionale e forse addirittura, gli stessi che avevano portato a termine la cattedrale di Albenga. La facciata presenta la grande arcata a tutto sesto del portale sostenuta da quattro pilastri al di sopra dei quali si trova la polifora centrale “inventata” nel restauro di D’Andrade.
La parte esterna è più interessante in quanto l’ignoto architetto, con gli elementi tradizionali dell’architettura lombarda, è riuscito a creare un insieme di tale armoniosa proporzione quale è difficile ammirare e che, fortunatamente, si è mantenuto integro nei secoli.
La maestosa absidi sono ritmate dalle altissime e sottoli colonnine. Le monofore, profonde come feritoie, gli archetti pensili, lo scudo rosone, le due croci scavate nel muro sono elementi di un linguaggio romantico. All’interno l’impianto della chiesa è di tipo basilicale a tre navate e tre absidi, le due minori sono a sezione semicircolare, quella centrale ha per sezione un arco di cerchio a sesto oltrepassato; la lunghezza massima, eccetto il protiro , è di m. 22,70, la larghezza è di m. 13,40, la navata centrale ha una luce di m. 5,40 e le laterali luci di m. 2,80 e m. 2,70. L’interno, che riprende in scala ridotta le proporzioni della Cattedrale di Albenga, ha, con soluzione caratteristica dell’architettura romanica, il piano del pavimento situato ad una quota inferiore di 80 centimetri a quella del portale d’ingresso, mentre il presbiterio è rialzato di 68 centimetri rispetto al pavimento e la zona delle absidi di un ulteriore gradino di 15 centimetri. Gli elementi portanti verticali, pressoché equidistanti, sono costruiti da tre pilastri ottagonali e da cinque colonne. Le colonne sono completate da capitelli cubici decorati con cordature ed alcuni anche con figure scolpite molto grossolanamente, i pilastri ottagonali da modanature che ne contornano la sommità Gli archi di sostegno sono ogivali. La copertura in legno, rifatta nei restauri del 1903, ha caratteristiche diverse nella navata destra e nella navata centrale e sinistra; infatti nella prima la lavorazione è molto più accurata; nella navata di sinistra sono state lasciate, a ricordo della precedente copertura, le imposte della volta demolita nel restauro.
La Chiesa ospita numerose manifestazione artistico – culturali: ricordiamo, in particolare, i concerti estivi di musica classica e la festa patronale del 3 maggio.